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6.11.2006
Kaku spiega i “Mondi paralleli” al Festival della Scienza
Esistono universi paralleli simili al nostro? A questa e molte altre domande ha risposto Michio Kaku, professore di Fisica presso il City College dell’Università di New York, durante la conferenza Mondi Paralleli che si è tenuta ieri nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale in occasione del Festival della Scienza.
«È dai tempi di Aristotele che ci chiediamo se esiste solo l’universo in cui viviamo - spiega Michio Kaku, autore del recente saggio Mondi paralleli, edito da Codice Edizioni - e sono molte le teorie sviluppate al riguardo». Ma la complessità dell’universo ostacola la nostra indagine oggi come allora: «contrariamente a quanto si crede, il cosmo non è composto solo da atomi, ma per il 73% da una “membrana nera” che sprigiona energia nulla e, in misura minore, da stelle e galassie originatesi dall’esplosione del Big Bang, 13,7 miliardi di anni fa. Partendo dal principio che l’universo in cui viviamo sta lentamente morendo - spiega lo scienziato - è nata l’esigenza di trovare una soluzione che garantisca a una civiltà avanzata di continuare a esistere. Una lunga serie di studi fa supporre al mio team di ricerca che, rimuovendo la già citata “membrana nera”, sia possibile rilevare l’esistenza di un altro universo parallelo, sicuramente simile al nostro». Kaku cerca di chiarire con un modello: «L’universo conosciuto è assimilabile a una bolla di sapone - continua lo studioso - E in una vasca piena di sapone le bolle si scontrano tra loro e s’inglobano. Possiamo immaginare i vari universi come bolle vicine, pronte a fondersi in qualunque momento. Anche adesso, mentre parlo, due universi a noi sconosciuti potrebbero diventare uno solo, sprigionando grande energia».
Ci si chiede, a questo punto, come sia possibile accedere agli altri universi paralleli: «grazie ai buchi neri – continua lo scienziato - che fungerebbero da passaggi spazio-temporali. Ma capire esattamente come riuscirci sarà un processo decisamente lungo. Secondo un modello ideale, infatti, la nostra può essere classificata come una civiltà di “tipo zero” che non riesce neppure a gestire il proprio pianeta. Oltre a questa è possibile immaginare ben altri livelli di sofisticazione: un “tipo uno” con il controllo dell’energia planetaria e del sistema solare, un “tipo due” con una portata più ampia, estesa alle stelle, un po’ come nei film di Star Trek, e infine un “tipo tre”, in grado di disporre di smisurate fonti di energia ottenute dal cosmo e di manipolare universi come il nostro con procedimenti sconosciuti alla fisica attuale».
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Bilancio 2006
Più di 60.000 biglietti venduti, 250.000 presenze agli oltre 350 eventi nelle 90 sedi del Festival...
Il Festival della Scienza ringrazia il pubblico e dà appuntamento al 2007, per una nuova edizione in nome della "Curiosità".
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