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4.11.2006
Bioetica laica: scienza e fede al Festival della Scienza

È possibile definire una bioetica libera da interferenze con la religione? E a quali principi dovrebbe affidarsi? Di questo hanno discusso i tre ospiti, Paolo Flores D'Arcais, Paolo Vineis ed Eugenio Lecaldano nell’incontro Bioetica laica, che si è svolto ieri alle 21, nell’Aula San Salvatore di Piazza Sarzano, nell’ambito della quarta edizione del Festival della Scienza di Genova.

Dopo l’introduzione di Telmo Pievani, Paolo Flores D'Arcais, filosofo e direttore della rivista “MicroMega”, entra subito nel vivo dell’argomento: «La Chiesa insiste nel sostenere che non è possibile un’etica senza Dio. E che tutti, compresi coloro che non credono, dovrebbero comportarsi come se Dio esistesse». Il filosofo ribatte, citando diverse argomentazioni del libro Un'etica senza Dio (Laterza, 2006) del collega Eugenio Lecaldano: «in realtà - afferma Flores D’Arcais - le varie interpretazioni della dottrina cristiana danno indirizzi morali molto diversi di fronte a problemi come l’eutanasia». E fornisce l’esempio del malato terminale costretto a sopportare atroci sofferenze senza alcuna speranza di recupero per assecondare la dottrina cattolica. Lo stesso malato al quale invece sarebbe concesso il suicidio assistito dalla Chiesa Valdese. Conclude Flores D'Arcais: «al contrario, è proprio senza Dio, che costituisce un ulteriore vincolo nella capacità di giudizio, che si trovano le condizioni più favorevoli per la definizione dell’etica».

Paolo Vineis, docente di Epidemiologia ambientale alla Columbia University e all'Imperial College di Londra, nonché di Statistica medica all'Università di Torino, mantiene una posizione più critica sul ruolo della scienza e della società laica in questa discussione: «Concordo con l’intervento del direttore - annuncia Vineis - ma l’etica laica non è esente da difetti. Per cominciare è troppo elitaria, non sa parlare a tutti e ha una componente distruttiva molto forte: troppe argomentazioni sono impiegate per ostacolare altre visioni del problema, anziché per definire le proprie». Vineis, che nel suo ultimo libro Equivoci bioetici (Codice, 2006), ha fornito una serie di esempi in questo senso, ammette inoltre che anche la parte laica ricorre ai communication stopper, ovvero ad affermazioni quasi dogmatiche. «Frasi come “è così perché così funziona la natura”, o “perché così prevede la teoria dell’evoluzione” non aggiungono nulla al dibattito» conclude lo scienziato.

Eugenio Lecaldano, ordinario di Storia della filosofia morale presso l'Università di Roma La Sapienza, cerca di definire un’etica laica alla luce dei cambiamenti medici e scientifici che hanno investito la società negli ultimi cinquanta anni: «Il progresso in questi campi garantisce un ampliamento delle scelte del singolo individuo, che dovrebbero essere motivate da precisi ragionamenti». Le posizioni dogmatiche di carattere religioso, pertanto, contribuirebbero a rallentare la crescita morale degli individui, indirizzandoli in una direzione precisa. Conclude Lecaldano «La moralità è lo strumento con il quale noi percepiamo le esigenze delle persone a noi vicine. Ma temo che la religione, con i suoi vincoli, non ci consenta sempre di assecondarle».




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Bilancio 2006
Più di 60.000 biglietti venduti, 250.000 presenze agli oltre 350 eventi nelle 90 sedi del Festival...
Il Festival della Scienza ringrazia il pubblico e dà appuntamento al 2007, per una nuova edizione in nome della "Curiosità".