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3.11.2006 Il poeta e il matematico Sembra risanata la frattura fra cultura umanistica e scientifica al Festival della Scienza di Genova: ieri, in una gremitissima Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, Piergiorgio Odifreddi ed Edoardo Sanguineti hanno disquisito amichevolmente di poesia e matematica. «Quest’anno non è più uno scontro, è solo il matematico e il poeta» annuncia Manuela Arata. Anche Vittorio Bo, nei panni del moderatore, preferisce parlare di “complicità”. «Sarà uno scontro all’ultimo Sangui… neti», scherza Odifreddi. Si parte dal più famoso poeta della nostra letteratura, Dante Alighieri. «C’è sempre stato un legame profondo fra la matematica e la Divina Commedia», ammette Odifreddi. «Galileo Galilei aveva dedicato alla Commedia una delle sue prime lezioni». A incuriosire il padre della scienza moderna fu soprattutto la struttura “fisica” dell’Inferno, «che aveva collocato più o meno vicino a Cuba». Eppure sembra che Dante fosse abbastanza digiuno di matematica, anche se inserì alcuni teoremi euclidei fra le sue terzine e sfruttò forme geometriche complesse, come la cosiddetta “intersfera” – una sfera in quattro dimensioni – per descrivere l’empireo del Paradiso. Sanguineti concorda: «in effetti, per quanto si impegni in problemi cosmologici, utilizza concetti che non richiedono particolari competenze specifiche». Comunicato completo (109 KB)
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