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24 Ottobre 2008
Candido - Viaggio tragicomico nel migliore dei mondi possibili



Una favola sull'uomo e sulla scienza, ma anche un percorso formativo alla scoperta delle contraddizioni del nostro mondo. Ecco cos'è Candido - Viaggio tragicomico nel migliore dei mondi possibili, in scena dal 23 ottobre 2008 nell'allestimento del Teatro della Tosse di Genova. Lo spettacolo – in replica fino al 5 novembre - è una co-produzione della Tosse e del Festival della Scienza 2008.

La storia è quella del racconto filosofico scritto da Voltaire nel 1759. Candido, un ragazzo semplice e bonario quanto il suo nome ma con poche esperienze alle spalle, vive nel castello di Thunder-ten-tronckh dove segue le lezioni di Pangloss, insegnante di metafisico-teologo-cosmologo-scempiologia e convinto assertore in base alle teorie di Leibniz allora in voga che: «non c’è effetto senza causa e che questo sia il migliore dei mondi possibili, per cui le cose non potrebbero andare altrimenti: essendo tutto quanto creato in vista di un fine, tutto è necessariamente inteso al fine migliore. I nasi, notate, son fatti per reggere gli occhiali: e noi infatti abbiamo gli occhiali».

È così sicuro della verità delle asserzioni del proprio precettore che anche quando viene cacciato dal castello per aver ceduto alle avances dell'intraprendente Cunegonda, si convince che «non c'è effetto senza causa, tutto è necessariamente concatenato e ha come fine il meglio. Era necessario che fossi cacciato lontano da Cunegonda, che passassi sotto le verghe, ed è necessario che elemosini il pane finché non riuscirò a guadagnarlo; tutto questo non poteva andare altrimenti».

Candido comincia così un viaggio alla ricerca di un mondo migliore, ma si scontra con la dura realtà: prima viene arruolato nelle truppe bulgare e partecipa alla terribile guerra con gli Avari, poi naufraga con Pangloss e viene condannato dall'Inquisizione come responsabile del terremoto che nel 1755 colpì Lisbona. Parte per il nuovo mondo dove si scontra con il potere dei gesuiti, la violenza e lo sfruttamento degli schiavi nelle piantagioni di canna da zucchero. Trova la felicità nella mitica Eldorado, ma è troppa, quindi decide di partire. Nel finale, durante un tormentato carnevale a Venezia, Candido si rende conto che ogni ricerca è vana: pur esistendo tra le cose legami di causa-effetto, il nostro non è affatto il migliore dei mondi possibili ma «possiamo comunque fare qualcosa di meglio che speculare di mondi impossibili: possiamo coltivare il nostro orto».

Dell'originale romanzo di Voltaire l'adattamento teatrale di Tonino e Emanuele Conte privilegia l'aspetto favolistico e assurdo, fino a farci perdere il confine tra realtà e illusione: alcuni personaggi sono marionette, mentre le marionette sono spesso attori in carne e ossa, manovrati da un ponte direttamente in scena. Un Voltaire disincantato arriva spesso a fare ironici confronti con il mondo di oggi. Le scene tratte dai bozzetti che Emanuele Luzzati realizzò per il Candide di Leonard Bernstein (Teatro dell'Opera di Saint Louis, 1994) e un gruppo di attori affiatato e abilissimo nel mescolare generi, idiomi, e tecniche, (dalle marionette alle maschere, dal francese al genovese stretto) contribuiscono ad accentuare un'atmosfera di sogno adatta a un pubblico di tutte le età.

Lo spettacolo è il terzo ed ultimo appuntamento - dopo l’opera La mia scena è un bosco e la mostra Candido ovvero Emanuele Luzzati - di un 2008 che il Teatro della Tosse ha voluto dedicare all’amico e maestro a un anno dalla sua scomparsa, mentre proprio nel 2009 ricorrono i 250 anni dalla prima edizione del Candido ovvero l'ottimismo di Voltaire.
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Genova, 24 ottobre 2008




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