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4 novembre 2008 COMUNICATO FINALE – APPROFONDIMENTI TEMATICI
La sesta edizione del Festival della Scienza di Genova (23 ottobre – 4 novembre) ha scelto come filo conduttore il tema della diversità. Originale e diverso è stato anche l’approccio degli organizzatori, che invece di inserire tutte le conferenze, i laboratori e gli spettacoli in un unico programma, hanno deciso di tracciare sei percorsi narrativi, dedicati ad altrettanti aspetti del tema principale. Una scelta accolta molto positivamente dal pubblico, che proprio grazie alla suddivisione in “sezioni” ha potuto orientarsi meglio all’interno del ricco programma del Festival, raggiungendo facilmente le sedi e gli eventi desiderati. Qui sotto, vi segnaliamo – suddiviso nei singoli percorsi – il meglio del Festival della Scienza 2008.
Le diversità della vita
«La diversità è il fulcro della storia umana», ha spiegato Luigi Luca Cavalli Sforza nella lectio magistralis d’apertura del Festival della Scienza. L’intervento del grande genetista, quasi un padrino per il Festival, ha inaugurato anche la sezione dedicata alle diversità della vita. Un percorso che ha incontrato il successo del pubblico sia nel ciclo di conferenze e lectio, che nella proposta di laboratori e mostre, spesso proposti seguendo temi e approcci anticonvenzionali. Particolarmente apprezzati sono stati l’intervento sulla storia segreta della guerra al cancro di Devra Davis (del gruppo di scienziati premiato con il Nobel per la Pace assieme ad Al Gore nel 2007), la lectio di Luciano Terrenato su popolazioni umane e diversità genetiche, quelle di due giovani ricercatrici italiane di talento come Giovanna Tinetti (sui pianeti extrasolari) e Ilaria Capua (sull’influenza aviaria), ma anche l’insolita mostra Against Nature?, realizzata dal Museo di Storia Naturale di Oslo e dedicata all’omosessualità nel regno animale, della quale si è molto parlato e discusso anche sui media internazionali (il quotidiano spagnolo La Vanguardia, il periodico brasiliano Istoè).
La diversità della tecnologia
Il percorso sulla tecnologia ha condotto il pubblico in un viaggio senza limitazioni di spazio o tempo. Nello Spazio Telecom allestito al Porto Antico, le protagoniste sono state le onde: da quelle elettromagnetiche, su cui si è basato un esperimento di “teletrasporto” che ha conquistato visitatori grandi e piccini, a quelle del mare, raccontate da esperti come il navigatore solitario Giovanni Soldini e la velista pluriolimpionica Alessandra Sensini. I visitatori del Festival hanno potuto curiosare all’interno di una vera capsula Soyuz, la navicella sovietica protagonista della corsa alla conquista dello spazio negli anni ‘60 e tuttora utilizzata per portare gli astronauti dalla Terra alla Stazione Spaziale Internazionale. Presentata a Genova in occasione del ventesimo anniversario dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), la capsula è stata mostrata per la prima volta al pubblico italiano in occasione del Festival della Scienza. Oltre a intrattenere il pubblico con exhibit e spazi interattivi, la sezione del Festival dedicata alla tecnologia ha fatto anche il punto su temi di grande attualità, come quelli affrontati nella lectio magistralis di Catia Bastioli su innovazione, ambiente ed etica e nel dialogo internazionale sulla Governance della Ricerca, in cui è intervenuto il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Luciano Maiani e dove la vicepresidente dello European Research Council Helga Nowotny ha annunciato un aumento dei finanziamenti per i progetti presentati da giovani ricercatori.
La diversità della mente
Nel percorso dedicato alle diversità della mente il Festival ha scommesso sulla curiosità del suo pubblico, presentando un programma molto fitto di incontri e lectio magistralis che hanno esplorato l’elemento più complesso del nostro organismo – il cervello – sotto punti di vista spesso innovativi e rivoluzionari. Una scommessa vinta, a giudicare dall’entusiasmo con cui gli spettatori hanno preso d’assalto, tra le altre, lectio molto diverse tra loro come quelle del giornalista David Dobbs (su un disturbo all’ippocampo che lo ha interessato in prima persona, danneggiando il suo sistema d’orientamento e di memoria a lungo termine), dello psicologo e filosofo Nicholas Humphrey (che ha smontato la possibilità teorica di immaginare un uomo senza coscienza), del neurobiologo Jean-Didier Vincent (che ha accompagnato il pubblico in un viaggio straordinario al centro del cervello) e della neurobiologa Catherine Vidal (che ha demolito il luogo comune sulle diversità biologiche tra il cervello femminile e maschile). Il cervello non ha un sesso, ha spiegato la scienziata francese. E neanche il Festival della Scienza, le cui lectio magistralis sono state suddivise quest’anno equamente tra ospiti uomini e donne. Sul fronte degli exhibit, il record di visite è stato raggiungo dal Museo dello Scettico, una mostra in cui la scienza ha utilizzato i suoi strumenti per svelare e spiegare i segreti del paranormale.
Le diversità del linguaggio
Il percorso sulle diversità del linguaggio è stato quello in cui il Festival ha sperimentato di più con gli incroci e le ibridazioni tra discipline diverse, sia nel ciclo delle conferenze e delle lectio che negli spazi dedicati a mostre ed eventi spettacolari. La musica è stata la protagonista della serata di venerdì 31 ottobre, quando è andata in scena la prima mondiale di Something Connected With Energy, opera inedita di Michael Nyman, ispirata ai temi dell’energia e scritta dal compositore britannico appositamente per il Festival all’interno di un progetto multimediale prodotto dal Gruppo Erg. Se Nyman ha mescolato musica, immagini ed energia, Piergiorgio Odifreddi, David Riondino e Furio Di Castri hanno puntato a un mix tra matematica, satira e jazz in Viaggio a Flatlandia, un’escursione semi turistica per due viandanti e contrabbasso adattata dal romanzo del 1881 Flatlandia di Edwin Abbott. La scienza si è poi intrisa di letteratura in uno degli incontri più seguiti del Festival, quello con Paolo Giordano, Premio Strega 2008 con La solitudine dei numeri primi. A proposito di numeri, si è confermato il successo con le proposte di MateFitness, un appuntamento ormai abituale del Festival, che ha coinvolto il pubblico con la mostra Una matematica diversa e con la lunga e applauditissima Maratona matematica di Giorgio Dendi. Indagando le diversità del linguaggi, la scienza ha mostrato il suo lato più giocoso nell’intervento di Delphine Grinberg, che è riuscita a trasformare la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale in un piccolo science center, mettendo al lavoro il pubblico in una serie di esperienze scientifiche tanto semplici quanto stupefacenti. E’ la scienza che gioca e che sa anche prendersi in giro, come nella serata degli Ig Nobel, i riconoscimenti dedicati agli studi accademici più strani, “che prima fanno ridere e poi pensare”. Per la prima volta alcuni di questi premi sono stati consegnati fuori dall’Università di Harvard dove sono nati e alla cerimonia di venerdì 24 ottobre, nella Sala del Maggior Consiglio, hanno partecipato sia il fondatore Marc Abrahams, che il vero Premio Nobel David J. Gross.
La diversità della materia
Premiato con il Nobel per la Fisica nel 2004 per il lavoro svolto sulla teoria delle interazioni forti, David J. Gross è stato uno degli autorevoli ospiti del percorso in cui il Festival della Scienza si è addentrato nei meandri della materia e delle sue diversità. Se Gross ha parlato delle prossime rivoluzioni nella fisica fondamentale, Etienne Klein ha riempito la Sala del Maggior Consiglio con un’affascinante e applaudita lectio sul mistero del tempo, tra fisica e filosofia e Giovanni Bignami si è confermato uno degli ospiti più amati dal pubblico del Festival, quest’anno con una conferenza-spettacolo alla scoperta dei pianeti extrasolari, cioè quelli al di fuori del nostro Sistema Solare. La materia è stata analizzata anche all’interno di alcune mostre e laboratori, nei quali il pubblico ha potuto mettere alla prova i propri sensi (la mostra Oltre i sensi, a cui era legata una serie di conferenze seguitissime), il proprio coraggio (la “camminata sulle braci ardenti” proposta all’interno del laboratorio (Non) giocare col fuoco!) o scoprire leggi fisiche nel modo più divertente (le acrobazie degli artisti di Circo Scienza) e gustoso (il ciclo di incontri e laboratori alimentari di Sapori di scienza). Le sorprendenti prerogative della materia sono state portate alla luce anche in altri seguitissimi laboratori: i visitatori hanno potuto salire a bordo di un vagone a levitazione magnetica (Il treno volante), scoprire le mille caratteristiche di un oggetto conosciuto come la palla (Salta e rimbalza) e addirittura camminare sull’acqua (Correndo sull’acqua).
La diversità delle idee
Affrontare la diversità delle idee significa anche avere il coraggio di confrontarsi su temi di forte attualità, spesso al centro della polemica quotidiana. Qualcosa che il Festival della Scienza ha fatto, per esempio, nell’incontro tra il diavolo e l’acquasanta, cioè tra Piergiorgio Odifreddi e Paola Binetti. 1200 persone hanno assistito la sera del 1° novembre al dialogo in cui il matematico ateo e il medico credente hanno discusso di Scienza e Religione, Ragione e Fede. Scienza e spiritualità si sono incontrate e confrontate anche in altri momenti molto apprezzati del Festival, come la lectio del monaco indiano Satish Kumar o la conversazione tra Telmo Pievani, Vittorio Girotto e Giorgio Vallortigara sul ruolo delle credenze nella mente umana. Due produzioni teatrali inedite hanno invece trasportato su un palcoscenico la riflessione sulla diversità delle idee. Prodotto dal Teatro della Tosse, ispirato all’omonimo romanzo di Voltaire e acclamato sia dal pubblico che dalla critica, il Candido di Tonino ed Emanuele Conte ha riportato in vita lo spirito dell’Illuminismo, sullo sfondo delle scenografie di Emanuele Luzzati. Adattato da un libro di Michela Fontana, il Matteo Ricci di e con Ruggero Cara ha invece raccontato la storia del missionario gesuita che nel Cinquecento viaggiò da solo verso la Cina, riuscendo a diventare l’artefice di una delle più straordinarie mediazioni culturali tra due civiltà fino ad allora separate da una distanza non solo geografica. Ai più piccoli, infine, è stata offerta la possibilità di indagare sulla figura chiave del Festival, lo scienziato. In un viaggio ideale tra Einstein e Frankenstein, il laboratorio Lo scienziato puzzle ha stuzzicato l’interesse dei giovani visitatori, risvegliando una passione che – chissà – forse li trasformerà nei protagonisti delle future edizioni del Festival!
Le partnership internazionali
La sesta edizione del Festival della Scienza non si è limitata a ospitare ricercatori, scienziati e intellettuali provenienti da vari paesi del mondo, ma ha anche stretto una serie di rapporti e iniziative con centri di ricerca, istituzioni e manifestazioni estere nel campo della divulgazione scientifica. Nel primo weekend del Festival i protagonisti sono stati i giovani ricercatori di Wonders/EUSCEA Science Festival (W\E\S\08), “un festival nel festival” che ha invitato il pubblico a eleggere l’esperimento migliore tra quelli proposti dai team di scienziati di sedici diversi paesi europei. Alla fine l’hanno spuntata i ragazzi dell’Università di Lugano, in Svizzera, con il progetto Do Not Watch, Touch! Uno degli spazi più visitati dell’intera manifestazione è stato il Padiglione Cinese, progetto frutto della collaborazione tra l’Associazione Festival della Scienza e la Shanghai Association for Science and Technology, che ha portato a Genova uno spicchio di Cina, con stand nei quali i visitatori hanno potuto provare il meglio di due antiche tradizioni locali come quelle della cucina e della medicina (dall’agopuntura ai massaggi). Più vicino è il ponte gettato con Marsiglia, in un ideale passaggio di consegna tra capitali europee della cultura. Genova lo è stata nel 2004, Marsiglia lo sarà nel 2013. L’accordo tra il Festival e l’Associazione Marseille Provence ha prodotto un ciclo di incontri, laboratori, conferenze e spettacoli molto seguite (in particolare, l’incontro sull’universo delle particelle elementari con Emmanel Sauvan) e promette di rinnovarsi in futuro con altri appuntamenti.
Il Festival in Liguria
Anche nella sesta edizione, il Festival della Scienza ha rinnovato e rafforzato il rapporto con la regione Liguria, proponendo una serie di eventi su tutto il territorio, da Lerici a Ventimiglia. Confermato il successo della sede di Sanremo, ospite della seguitissima mostra interattiva Semplice è complesso, l’edizione 2008 del Festival ha battezzato anche il programma Science Trip, un ricco contenitore di laboratori e conferenze che per nove giorni ha interessato varie sedi della regione. Ottima la risposta del pubblico, con mostre e laboratori affollati come quelli di Arenzano (Ambientiamoci! Il gioco dell’oca ecologica) e Sestri Levante (Un viaggio fra le stelle).
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