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24 Ottobre 2008
David J. Gross: Le prossime rivoluzioni della fisica fondamentale

«Il prodotto più importante della conoscenza è l’ignoranza». Si affida a un paradosso David J. Gross per sintetizzare un principio fondamentale della ricerca e della conoscenza scientifica. La sua lectio magistralis si è svolta nella giornata inaugurale del Festival della Scienza 2008, giovedì 23 ottobre, nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. «Non mi riferisco ovviamente all’ignoranza che genera chiusura e atteggiamenti bigotti - ha detto il Premio Nobel per la Fisica - ma a quella informata e intelligente, che porta a farsi sempre nuove domande alle quali bisogna dare una risposta attraverso la ricerca». Il merito dello scienziato non sta tanto nel trovare quella risposta, ma piuttosto nel porsi la domanda giusta.

Coerentemente con questo principio la lectio magistralis di Gross - che verteva sulle attuali conoscenze nel campo della fisica delle particelle elementari e sui suoi possibili sviluppi - ha evidenziato interrogativi, più che punti fermi. A fianco di un modello standard, le cui previsioni sono state in gran parte verificate sperimentalmente, c’è un intero impianto teorico – la teoria delle stringhe, un tentativo di unificare le forze fondamentali presenti in natura e le diverse forme della materia – che non ha ancora potuto avere conferme di laboratorio.

«Devo ammettere - spiega Gross - che la fede che muove me e chi crede nella teoria delle stringhe è puramente teorica, ma è una fede che non ha fatto che crescere, perché non si riesce a fare a meno di questo modello. È una teoria in evoluzione, dalla quale mi aspetto ancora tante novità». Novità che, sostiene il Premio Nobel, potrebbero portare a una vera e propria rivoluzione nel mondo della fisica, la terza dopo che nel ventesimo secolo si sono affermate la relatività e la meccanica quantistica. Una rivoluzione che ci costringerebbe a modificare radicalmente il nostro modo di pensare lo spazio e il tempo, introducendo per esempio una dimensione in più.

Grandi aspettative per l’evoluzione della teoria delle stringhe e per lo studio della fisica delle particelle elementari sono riposte nel Large Hadron Collider (LHC). L’acceleratore di particelle, recentemente inaugurato al CERN di Ginevra, sarà in grado di generare energia a livelli mai raggiunti fino a ora. Questo dovrebbe permettere tra l’altro di rilevare il bosone di Higgs, al quale è attribuita la rottura spontanea della simmetria nel vuoto: se così non fosse «sarebbe un problema, verrebbe messo in crisi il modello standard, ma io mi aspetto che lo troveremo», auspica Gross, che spera anche di poter osservare grazie a LHC «un mondo supersimmetrico» e colmare così un’altra lacuna del modello standard, che non prevede l’esistenza della materia oscura.
Non resta che aspettare: «gli esperimenti di LHC riprenderanno presto, e mi aspetto molte novità», conclude fiducioso Gross. «Il meglio deve ancora venire».


Genova, 24 ottobre 2008




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