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2 novembre 2008 Lewis Wolpert: Sei cose impossibili prima di colazione
Storicamente la religione è entrata di rado come oggetto di studio nelle aule scientifiche. Da qualche tempo, invece, gli scienziati hanno cominciato a interessarsi ai motivi che spingono l’uomo a credere: non solo in Dio ma, più in generale, in entità razionalmente non verificabili? Su questo tema ha parlato Lewis Wolpert - docente di biologia applicata presso il Dipartimento di Anatomia dello University College di Londra - nella lectio magistralis dal titolo Sei cose impossibili prima di colazione, che ha avuto luogo sabato 1 novembre nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, nell’ambito del Festival della Scienza.
Perché siamo così propensi a lasciarci sedurre dall’irrazionale? Per rispondere, Wolpert prende spunto dalla Regina di Attraverso lo specchio di Lewis Carroll, che era addirittura in grado di credere a “sei cose impossibili prima di colazione”. Da lì parte il suo ragionamento sull’origine delle credenze nelle società umane, che vanno ricondotte al naturale desiderio della spiegazione dei fenomeni. E’ quello il campo di gioco su cui da secoli si scontrano scienza e religione ed è lì che si concentra la ricerca di Wolpert: «La comprensione causale è una “primitiva” dello sviluppo. Già a sei mesi un bambino riesce a ragionare secondo una logica di causa-effetto. Possiamo dire che questo meccanismo sia il fattore determinante dell’evoluzione umana».
Questo bisogno innato di trovare sempre una spiegazione ai fenomeni che ci circondano rende molto semplice, quasi automatico, il passaggio verso l’accettazione di credenze ingiustificate. In fondo, credere è facile. Come diceva l’antropologo Levy Bruhl, la mentalità mistica è presente in tutti gli uomini: «siamo naturalmente portati a credere, acquisiamo le credenze molto velocemente. Inoltre, per quanto riguarda la religione, è dimostrato che l’effetto consolatorio della fede è di grande aiuto quando uno è in difficoltà». Dall’altro lato, invece, la scienza è innaturale, non è intuitiva: il principio di Archimede così come il principio fisico dello yo-yo portano a risultati che non ci aspetteremmo. Un esempio su tutti è quello del Sole: «qualunque persona ragionevole che osservi il movimento del Sole, è portata a pensare che sia quest’ultimo a girare intorno alla Terra e non viceversa».
Naturale, dunque, che la maggior parte delle persone condividano credenze in cose impossibili, religiose o paranormali che siano: «la telepatia e l’oroscopo sono idee demenziali, eppure condivise da molti. C’è chi è convinto di poter parlare coi morti e addirittura il 70% degli americani crede negli angeli. Tutte le culture hanno credenze sulle cause che non sono facilmente accessibili. Questo succede perché tentiamo sempre di evitare l’incertezza: siamo “programmati geneticamente” a trovare delle risposte a quello che succede intorno a noi». La conclusione di Lewis Wolpert è che la scienza è difficile, perché spesso va contro il senso comune, ma resta comunque il modo migliore per conoscere il mondo: «c’è solo una scienza e non esiste connessione tra questa e una qualsiasi religione. Chiunque voglia provare o “credere” il contrario, sta sbagliando».
Genova, 2 novembre 2008
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