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31 ottobre 2008
Autismo e neuroni specchio: quale relazione?


Cos’è l’autismo? E qual è la relazione tra questa patologia e i neuroni specchio? Giovedì 30 ottobre ne hanno discusso al Festival della Scienza, presso l’Alliance Française Galliera de Genes, Luciano Fadiga, Professore ordinario di Fisiologia Umana all’Università di Ferrara e ricercatore presso l’Italian Institute of Technology di Genova, e Edvige Veneselli, direttrice dell’Unità Operativa e Cattedra di Neuropsichiatria Infantile dell’Istituto Giannina Gaslini.

«I disturbi dello spettro autistico (ASD) esordiscono in età evolutiva, sono cronici e biologicamente determinati», ha spiegato Veneselli. «Il soggetto autistico ha difficoltà a interagire con gli altri e spesso, anche se sempre meno rispetto al passato, non riesce a comunicare verbalmente. Molti bambini presentano comportamenti e interessi ristretti e ripetitivi». Tra le varie forme di autismo, c’è la Sindrome di Asperger: «i bambini che ne soffrono, sono particolarmente intelligenti e bizzarri ma hanno difficoltà a “mettersi nei panni degli altri”». L’autismo colpisce più i maschi che le femmine, «le persone che soffrono di questo tipo di disturbo hanno difficoltà a sviluppare relazioni con i coetanei e manca in loro la ricerca spontanea della condivisione delle emozioni, come la gioia, con altre persone. Chi è in grado di utilizzare la parola per esprimersi, spesso usa un linguaggio stereotipato o eccentrico». Rispetto agli stimoli sensoriali che arrivano dall’ambiente, gli autistici hanno spesso risposte atipiche:«ipo e ipersensibilità a suoni, luci, gusti, sensazioni tattili». Come aiutarli? «Il trattamento da adottare è psicoeducativo: bisogna insegnare loro a convivere con i problemi e ad accettare la loro diversità».

Successivamente il Prof. Fadiga ha presentato una panoramica riguardante le conoscenze attuali sulla funzione dei cosiddetti neuroni specchio. Il neurofisiologo ha fatto parte dell’equipe del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma che ha scoperto questa particolare classe di neuroni partendo da uno studio sulle scimmie: «nel cervello ci sono numerose mappe motorie e c’è un collegamento tra neuroni visivi e neuroni motori. Abbiamo scoperto che nei macachi i neuroni specchio si attivavano sia quando l’animale prendeva un oggetto, sia quando vedeva che altri lo afferravano». Ma cosa succede nell’uomo? «Quando i neuroni specchio si attivano, aumenta il flusso sanguigno nel cervello. Lo si vede chiaramente tramite una risonanza magnetica». Questo è stato uno strumento utile per cercare di identificare la localizzazione di questi neuroni che nell’uomo sembra essere più complessa. Una delle sedi implicate è l’Area di Broca, un’area del nostro cervello coinvolta nel linguaggio.
E l’autismo? «E’ molto probabile che nella patologia ci sia un coinvolgimento dei neuroni specchio, ma l’autismo è una malattia troppo complessa per riuscire a spiegarla con un solo fattore».

Una malattia a cui il Festival dedica anche il laboratorio L’altro sguardo. Comunicare oltre la parola, allestito alla Commedia di Prè e aperto fino al 4 novembre. Se l’incontro di giovedì sera ha proposto un approfondimento sulla ricerca medica e fisiologica per sconfiggere il disturbo, il laboratorio offre invece ai visitatori un momento di riflessione. Percorsi e attività interattive permettono di scoprire l’importanza dello sguardo, dei gesti e dell’espressione mimica, aiutando a comprendere quali possano essere le difficoltà dei soggetti autistici, il cui disturbo va proprio a interferire con questi canali di comunicazione.

Genova, 31 ottobre 2008




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