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28 ottobre 2008
Devra Davis: La storia segreta della guerra al cancro

Nella seconda metà del Novecento, due presidenti degli Stati Uniti lanciarono altrettante grandi sfide. La prima fu vinta brillantemente da John Fitzgerald Kennedy, che portò l’uomo sulla Luna. La seconda, avviata da Richard Nixon nel 1971, è tuttora in corso: si tratta della lotta contro il cancro.


Devra Davis, direttrice del Centro di Oncologia Ambientale presso l’Università di Pittsburgh e lead author del Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (il gruppo di studio che ha condiviso con Al Gore il premio Nobel per la Pace nel 2007), ha raccontato le tappe di questa battaglia al Festival della Scienza di Genova. Nella sua lectio magistralis - lunedì 27 ottobre, nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale - ha puntualizzato più volte come il maggior nemico non sia la malattia in sé, ma gli ostacoli posti alla ricerca scientifica da interessi privati e politiche errate.


Devra Davis ha conosciuto il cancro ancor prima di studiarlo. Sessant’anni fa, nella sua città natale di Donora, in Pennsylvania, dalla locale miniera di zinco si sprigionò una nube tossica che rimase in aria per cinque giorni, causando venti morti. L’inquinamento durò molti anni. «A quei tempi non si parlava di tumore», ha ricordato. «Quando la gente che lavorava in fabbrica moriva, sui certificati scrivevano “attacco cardiaco”. Ma per anni gli abitanti di Donora hanno avuto difficoltà a concepire bambini e i casi di malattia sono aumentati moltissimo».


Diventata un’epidemiologa di fama mondiale, Devra Davis ha dedicato la vita alla ricerca sulle interazioni dei tumori con l’ambiente, approfondendo la storia della lotta contro il cancro. «Già negli anni ‘30 erano noti i danni provocati alla salute dall’amianto, dal benzene, dal fumo di sigaretta, o dall’esposizione a ormoni e radiazioni. Queste informazioni erano note agli inglesi e ai tedeschi, ma non furono mai divulgate». Molte negligenze hanno ritardato la lotta contro il cancro. Nel secondo dopoguerra, il direttore della American Cancer Society Clarence Cook Little - poi passato all’industria del tabacco dietro a un cospicuo compenso - sostenne che non esisteva nessuna relazione tra il fumo e il cancro ai polmoni. Non solo: «cercarono anche di pubblicizzare sigarette con il filtro per prevenire il cancro, solo che i filtri contenevano amianto».


Anche oggi si mascherano i dati e si addomesticano le ricerche. Non sono ancora disponibili studi specifici sugli effetti dell’aspartame, un dolcificante molto usato per il suo basso potere calorico. Esistono seri rischi anche per chi si sottopone ad una TAC. Inoltre, Davis è categorica a proposito dei telefoni cellulari: «L’impatto delle radiazioni sul cervello dei bambini è molto più grande che negli adulti. È irresponsabile dare un cellulare ad un bambino di cinque anni, ma negli USA il 60% dei bambini lo utilizza tutti i giorni». Anche gli inceneritori sarebbero una delle cause più frequenti di tumore. Devra Davis li definisce «Il modo migliore per diffondere una gran quantità di inquinamento al maggior numero di persone». Ormai è chiara l’interazione tra fattori genetici e ambientali, per questo la prevenzione ha un grande valore. Perché «i geni sono la pistola, ma è l’ambiente che preme il grilletto».

Genova, 28 ottobre 2008




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