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28 ottobre 2008
Una conversazione sul Diritto alla scienza

Il tema del rapporto tra scienza e democrazia è stato al centro della tavola rotonda Diritto alla scienza, che ha avuto luogo lunedì 27 ottobre nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, nell’ambito della sesta edizione del Festival della Scienza di Genova. A introdurre il dibattito è stato Andrea Ranieri, Assessore allo Sviluppo e all’Innovazione dei Saperi del Comune di Genova, secondo cui «una riflessione sul rapporto tra scienza e democrazia, tra scienza e diritti delle persone, è fondamentale nel momento in cui in Europa si sta facendo strada il concetto di cittadinanza scientifica».

Quindi ha preso la parola Luigi Berlinguer, già Ministro per la Pubblica Istruzione durante il governo Prodi, che ha parlato di diritto alla formazione scientifica come condizione indispensabile per la creazione del cittadino consapevole. «I problemi dell’Italia nella diffusione della cultura scientifica derivano da un approccio tradizionalmente idealistico, in cui viene cancellata l’esperienza pratica. Questo vale per tutti i saperi, ma in modo particolare per quello scientifico».

Enrico Bellone, docente di Storia della Scienza e della Tecnica dell’Università di Milano, ha proseguito analizzando l’isolamento della cultura scientifica nel nostro paese: «In Francia sono stati stanziati dieci miliardi di euro per la ricerca, in Italia invece c’è stato il taglio di un miliardo e mezzo». Perché questo accade? «Perché la nostra classe politica, e la maggior parte degli italiani, non considerano la scienza come cultura tout court: è utile solo se produce brevetti e guadagni in poco tempo».

Edoardo Boncinelli, docente di Biologia e Genetica all’Università Vita-Salute di Milano, ha auspicato un nuovo modo di insegnare la scienza, allenando i bambini a pensare in modo razionale e sequenziale. «Noi non siamo naturalmente portati al ragionamento logico-scientifico, che costa fatica. Ci piace di più l’ambiguità, ma quest’ultima è la malattia più grave che possa impestare un ragionamento rigoroso».

Giulio Giorello, docente di Filosofia della Scienza all’Università di Milano, ha invece ribadito il concetto che la scienza deve essere libera e responsabile e condiviso le ragioni degli studenti: «sono consumatori che pagano le tasse, hanno il diritto di protestare e di esprimersi sul servizio che ricevono. Con mille euro al mese probabilmente non possono permettersi neanche del cibo decente».


Genova, 28 ottobre 2008




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