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27 ottobre 2008 Giovanni Amelino Camelia, Giovanna Tinetti e Ilaria Capua
Tre giovani scienziati italiani - il fisico teorico Giovanni Amelino Camelia (Napoli, 1965), l’astronoma Giovanna Tinetti (Torino, 1972) e la virologa Ilaria Capua (Roma, 1966) - sono stati protagonisti domenica 26 ottobre della quarta giornata del Festival della Scienza. Ognuno di loro ha tenuto una lectio magistralis, illustrando i propri studi e progetti e dimostrando come la ricerca italiana non mantenga solo il prestigio che deriva da una grande tradizione scientifica, ma riesca anche a rinnovarsi attraverso il lavoro delle nuove generazioni.
Giovanni Amelino Camelia, introdotto dal direttore del Festival Vittorio Bo, ha illustrato nella lectio Una prospettiva diversa su cose di una certa gravità nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale le due più grandi rivoluzioni che hanno modificato la fisica: la descrizione dei fenomeni gravitazionali e quella dei fenomeni microscopici. In particolare ha evidenziato come la teoria relativistica abbia avuto origine nel Seicento dalle teorie tutte italiane di Galileo Galilei («Einstein ne ha poi ottenuto la realizzazione/generalizzazione di carattere innovativo»), arrivando infine ad esporre il progetto del Fermi Space Telescope, a cui egli stesso ha collaborato: «si tratta di un telescopio spaziale da poco in orbita che studierà la gravità quantistica usando l’intero universo come “laboratorio”».
Giovanna Tinetti, nella sua lectio dal titolo Alla scoperta di nuovi mondi fuori dal sistema solare tenuta nell’Aula Polivalente San Salvatore in piazza Sarzano, ha invece descritto la storia delle scoperte di mondi extrasolari. Introdotta dal giornalista scientifico Fabio Pagan, ha spiegato che «dal 1995 a oggi sono stati scoperti 313 pianeti che orbitano intorno a una stella diversa dal Sole». Essi si trovano mediamente a un centinaio di anni luce dalla Terra: «non è ancora possibile andare a studiarli direttamente in loco, quindi per capire cosa succede al momento bisogna studiarne la luce». Tinetti, che collabora al progetto della NASA New World Observer, ha annunciato che «nel 2014, grazie a nuovi telescopi extrasolari, avremo molte più notizie su questi pianeti e sapremo se ne esiste uno con caratteristiche chimiche simili a quelle della Terra».
Ilaria Capua, sempre introdotta da Fabio Pagan nell’Aula Polivalente San Salvatore, ha tenuto la conferenza dal titolo Ma l’influenza aviaria dov’è finita? Direttrice del dipartimento di Virologia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Capua ha costituito nel 2006 il database internazionale GISAID per la condivisione online dei dati genetici del virus H5N1. «L'aviaria esiste ancora – ha avvertito la virologa - e la situazione è addirittura più grave di tre anni fa, quando i giornali crearono un clima di grosso allarme». Il virus non si trasmette ancora da uomo a uomo, ma nei paesi più poveri e malnutriti il rischio di epidemie è forte: «in molti paesi dell’Africa e dell’Asia le condizioni igieniche sono allarmanti e i contatti con gli animali diffusi e incontrollati» ha spiegato, sottolineando infine che fino a ora non sono scoppiate epidemie di aviaria grazie al grande lavoro dei ricercatori.
Genova, 27 ottobre 2008
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